Dopo il carro Hg di Mungai avevo voglia di fare una loco, ma l’amico Carlo Mercuri mi ha consigliato di impratichirmi con una sogliolina e poi una 245. Ho deciso di seguire le sue indicazioni e a Novegro 2008 ho comprato la lastrina. Appena aperta mi ha preso un po’ di sconforto, troppi particolari e troppo piccoli; e poi le istruzioni: quelle dell‘hg mi avevano accompagnato passo passo, per ogni singolo pezzo spiegavano tutto, qui era indicata la successione, ma non come operare. Mi sembrava fuori della mia portata. Comunque era lì e tanto valeva affrontarla.
Per prima cosa ho saldato i gradini, poi ho piegato e fissato i piccoli ganci che si vedono sulla destra del frontale. Ho inserito nell’apposita asola il pezzo forato nel quale passeranno i tubi verticali per fissare il perno di traino e ho iniziato a lavorare sul pezzo che in basso tratterrà il grosso anello.
Qui ci sono stati dei problemi; il pezzo che deve essere piegato e inserito nell’anello è più largo dell’interno di quest’ ultimo. Non c’era verso. L’unica soluzione era di limare i pezzi per farlo entrare. Così ho fatto, ma per un principiante non è semplicissimo. Una volta fissati tutti i pezzi, ho piegato la cabina e l’ho saldata.
Ho piegato il supporto per i respingenti e ho tentato di saldarli. Non ci riuscivo, poi ho saputoche per saldare una microfusione a un lamierino di ottone sottile serve il saldatore a fiamma altrimenti la microfusione non si scalda a sufficienza e non si fa una saldatura che tenga. Quindi ho dovuto incollarli, ma la tenuta è comunque ottima. Uno dei respingenti è stato fuso leggermente storto, ma non ho voluto farlo sostituire anche perché si nota poco e poi, sto pensando di fare una finitura che lo faccia sembrare un mezzo in disuso e quindi disturberà ancora meno.
Nella vista dall’alto si vedono le leve saldate al pavimento.
Il telaio è stato il pezzo che mi ha creato maggiori problemi. In seguito ho capito che questi erano dovuti alla mia scarsa esperienza nel campo della saldatura. Comunque alla fine ne è venuto fuori un lavoro accettabile.
Il carter oltre a chiudere il telaio serve da supporto degli assi elle ruote. Per una perfetta rotazione si deve controllare che i fori non abbiano bave e che l’asse ruoti liberamente.
Praticamente la marmitta non dovrebbe essere lavorata, però avevo notato che nelle foto dei modelli allegati alla confezione risultava sempre troppo grande. Allora l’ho assottigliata con la lima.
Ero indeciso se fare una finitura vissuta o come nuova. Ho pensato che non essendo possibile motorizzarla (date le dimensioni) avrebbe stazionato su un binario morto del plastico e quindi, era meglio immaginarla in disarmo, aggredita dalle intemperie e con molta ruggine. Devo dire che a lavoro ultimato pensavo di avere esagerato con la ruggine, ma “zio sogliolone” di Amici Treni mi ha inviato una foto in cui si vede che la realtà supera la fantasia.
Per ottenere l’effetto ruggine ho dato il primer un po’ più denso in modo da far rimanere la superficie rugosa. Ho colorato i respingenti e i gradini di nero. Qui ho messo vicino una moneta da un euro per non perdere il senso delle dimensioni della scala 1:160
Vista frontale.
Vista di 3/4
Di fianco con lo sportello aperto.
Particolare con la ruggine
La marmitta.
Come ho già detto la collocazione finale di questo modello sarà su un binario morto non essendo possibile motorizzarla. Qui ho voluto, comunque, posizionarla sulla linea mentre sembra trainare dei carri per poter vedere l’effetto che faceva in servizio.
La sogliola entra nella stazione di Rivarolo Ligure trainando 2 carri scoperti.
Qui la mia sogliolina scala N é in compagnia di due sogliole H0 Rivarossi dell’amico Lorenzo Montagni.